venerdì 10 dicembre 2010

Barano d'Ischia

Barano d'Ischia è un comune italiano di 10.004 abitanti della provincia di Napoli in Campania
Barano è situato nella parte sud-ovest dell'isola d'Ischia. È caratterizzato da molte colline da cui si ammira un panorama stupendo. Sono presenti numerose cave, formatesi con diverse frane del terreno, ma che grazie ad esse si può ammirare il panorama di S. Angelo
Il nome Barano lo si trova per la prima volta in una lapide del 1374 (secondo altri del 1270) che ricorda alcune opere del vescovo Bartolomeo Bussolaro. Incerta l'etimologia: secondo alcuni deriverebbe dall'espressione latina "contra moerorem", secondo altri significherebbe invece "luogo delizioso", altri ne identificano l'origine nella parola "balneum", altri ancora nell'espressione "podere di Vario". Alcune varianti utilizzate anticamente erano Borano e Varrano.
I primi colonizzatori di Barano furono i greci, che eressero presso la fonte di Nitrodi un ninfeo posto sotto la protezione delle ninfe e di Apollo, dio della bellezza e della salute. I più antichi reperti, pervenuti nel sito di Nitrodi, sono costituiti da bassorilievi (oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli), alcune iscrizioni marmoree, monete dell'Impero romano e cocci di utensili di uso giornaliero.
Inizialmente chiamato solo Barano, nel 1862 il Comune scelse di chiamarsi Barano d'Ischia si compone di diverse località: Vatoliere, Piedimonte, Fiaiano, Testaccio, Maronti, Buonopane dove in passato c'erano molti fornai. Buonopane è famosa anche per la sua acqua curativa della sorgente Nitrodi.
È un tipico comune di collina che conserva ancora caratteristiche rurali. L'ingresso nel comune è segnato dall'antico acquedotto chiamato dei Pilastri (1470). Da segnalare la Torre dei Saraceni a Testaccio, i mulini a vento di Montebarano, i portoni messi all'ingresso di alcune tenute di notabili del passato, le centinaia di cantine scavate nel tufo (per conservare i vini) e le fosse della neve (per conservare il ghiaccio per l'estate).
Da menzionare anche le case a carusiello da cui trae origine la danza detta A vattut´ e ll´ astreche,  nonché la pineta di Fiaiano da dove è possibile ammirare la cartolina del golfo di Napoli.
Punti interessanti, anche dal punto di vista turistico sono, ad esempio, la spiaggia dei Maronti che, come il resto dell'isola, possiede moderni complessi alberghieri; la già citata pineta di Fiaiano, la collina del Cretaio (chiesetta omonima del XVIII secolo), le sorgenti di Buceto, la collina dello Schiappone (chiesa Madonna di Montevergine sec. XVII), nonché i villaggi di Testaccio, Buonopane (famosa per l'antico ballo folkloristico della Mascarata e per la sorgente di Nitrodi, frequentata per le sue acque che hanno proprietà diuretiche e antiuriche) e Piedimonte.
Da vedere infine anche la piazzetta di Barano, che è il cuore di tutte le attività, sede di due chiese: San Sebastiano e San Rocco. Su di un lato della piazza si scorgono i palazzi del 1700 e del 1800. Infine la chiesa di San Giovanni Battista, una delle più antiche dell'isola (1400) con una tela risalente alla scuola del Caravaggio.
- Festa di San Giorgio Martire - Patrono di Testaccio, l'evento liturgio viene celabrato il 23 Aprile preceduto dalla usuale novena, durante la quale soventi sono le processioni e le fiaccolate nei rioni del paese, dei paesi attigui e il sabato prima della festa solenne che generalmente è tenuta la domenica il Santo viene portato ai Maronti perché possa essere benedatta la spiaggia e il mare. Usanza quest'ulitima che risale al tempo dei saraceni quando il Santo veniva chiamato a proteggere la popolazione appunto dalle invasioni dal mare, tra le tante leggende che accompagnano il Santo vi è quella che durante un attaco saraceno i paesani che si rivolsero al Santo videro trsformasi in soldati i tanti filari di viti che all'epoca venivano coltivate ai Maronti, gli assalitori essendo inferiori in numero non poterono fare altro che far ritorno al loro paese abbandonando le idee bellicose che li avevano portati fin lì. Il Santo non è venerato solo a Testaccio ma anche in Argentina dove in quel di Mar Del Plata i tantissimi paesani emigrati in cerca di lavoro e fortuna vollero avere con loro l'effige del Santo che in terra straniera li avrebbe protetti e avrebbe lenito la nostalgia della terra natia.
Folkloristica è la danza della 'Ndrezzata e anche quella "Mascarata" (da non confondere con la N'Drezzata). La N'drezzata è una danza in cui i danzatori si dispongono a cerchio, e simulano una battaglia fra di loro colpendo le loro mazze (2 ciascuno)l'une contro le altre. E' spettacolare vederla dal vivo per il ritmo veloce, infatti i danzatori sanno a memoria i movimenti da fare, e un piccolo sbaglio potrebbe provocare come conseguenza "una bella mazzata in testa" o sulle mani. Si svolge nella contrada Buonopane il lunedì dell'Angelo ed in occasione della festa di San Giovanni Battista, ma anche in molte altre occasioni.

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